Chiunque li abbia provati sulla propria pelle o conosca qualcuno che ne soffre sa perfettamente quanto gli attacchi di panico possano essere spaventosi e destabilizzanti.
Questi episodi di paura e disagio intensi si presentano spesso in modo improvviso e inaspettato, con sintomi fisici e psicologici che raggiungono il picco in pochi minuti, con una irruenza sconvolgente per la persona che li sperimenta.
Il malessere provato in quei momenti è tanto forte da provocare in molti casi la paura di incorrere in un nuovo attacco: è così che si può sviluppare quello che viene chiamato disturbo di panico, caratterizzato da attacchi di panico persistenti alimentati perlopiù dalla paura anticipatoria che questi si verifichino.
Ma da cosa sono provocati questi eventi? Come è possibile riconoscerli e gestirli per evitare che si ripresentino nel tempo?
Perché gli attacchi di panico arrivano all’improvviso?
Indice dei contenuti
Gli attacchi di panico possono derivare da una moltitudine di fattori che intrecciano cause psicologiche ed elementi ambientali e situazionali:
- ansia, stress e sovraccarico emotivo
- eventi traumatici o lutti
- cambiamenti significativi o problemi a livello economico, lavorativo, affettivo o familiare
- diagnosi di patologie gravi
Tutti questi fattori possono portare a un punto di rottura nel corpo e nella mente, che reagiscono con un segnale di allarme molto violento. Secondo alcuni studi, inoltre, nell’insorgenza degli attacchi di panico potrebbe giocare un ruolo anche una predisposizione individuale, per cui alcune persone hanno una vulnerabilità particolare a queste crisi.
Che tipi di attacchi di panico esistono?
Gli attacchi di panico non sono tutti uguali, ma si manifestano in varie forme e con caratteristiche specifiche. A seconda delle modalità con cui insorgono possono essere:
- inaspettati o inattesi, se si presentano senza un preavviso chiaro o cause apparenti. Tra questi si possono classificare anche gli attacchi di panico notturni, episodi che durante il sonno provocano un brusco risveglio caratterizzato da un’intensa ansia e paura, con una conseguente difficoltà a tornare a dormire
- attesi o provocati dalla situazione, collegati quindi a situazioni specifiche o all’ansia anticipatoria che le precede
- sensibili alla situazione, se si verificano perlopiù dopo l’esposizione a determinati fattori, anche se non sono necessariamente correlati direttamente a queste medesime situazioni
Come si sente una persona con attacchi di panico?
Quando si è assaliti da un attacco di panico si avverte una serie di sensazioni fisiche e cognitive.
Tra i sintomi fisici più comuni, vi sono:
- sensazione di oppressione al petto
- vampate di calore o brividi
- vertigini o sensazione di svenimento
- formicolii
- sudorazione
- tremore
- sensazione di soffocamento
- fastidi addominali o nausea
- tachicardia o palpitazioni
A livello cognitivo ed emotivo, un attico di panico può essere accompagnato dalla paura di morire o di perdere il controllo. Alcuni descrivono inoltre una sensazione di distacco dalla realtà. Questi sintomi cognitivi spesso amplificano le sensazioni fisiche, creando un ciclo di ansia crescente.
Cosa succede se soffri di questo tipo di attacchi di panico?
Soffrire di attacchi di panico può avere impatti significativi sul proprio benessere complessivo. Le persone che ne sono affette possono sviluppare un disagio che si ripercuote in diversi aspetti della vita quotidiana.
Le conseguenze possono variare da persona a persona, ma in generale, includono:
- impatto sull’equilibrio emotivo: i sintomi emotivi legati agli attacchi di panico, come la paura e la sensazione di perdita di controllo, possono generare un progressivo senso di insicurezza e instabilità emotiva
- disagio fisico: i sintomi fisici degli attacchi possono provocare un forte malessere e una percezione di minaccia costante
- limitazioni nella vita quotidiana: la paura di un nuovo attacco porta spesso a restrizioni significative nella vita di tutti i giorni, con l’evitamento di situazioni o luoghi che si teme possano scatenare un attacco di panico
- impatto sulle relazioni interpersonali: la condizione può incidere sulle relazioni sociali e familiari. L’ansia e la paura possono rendere difficile partecipare a eventi sociali, limitando le interazioni con gli altri e generando isolamento
- ricadute sulla vita lavorativa: la paura costante di un attacco può influenzare le performance sul posto di lavoro
- stress e ansia cronici come effetto dell’esperienza continuativa degli attacchi di panico, con un calo significativo della qualità della vita
Attacchi di panico: come gestirli
Cosa fare subito quando si è colpiti da un attacco di panico? Vi sono diverse strategie che possono essere adottate sul momento per far passare la crisi. Quando si è colpiti dall’episodio in prima persona, è importante:
- respirare e utilizzare tecniche di rilassamento: la pratica della respirazione lenta e profonda può ridurre l’ansia e aiutare a ripristinare un senso di calma
- raccogliersi in un luogo sereno, lontano da stimoli esterni
- rilassare i muscoli
- cercare di rallentare il flusso accelerato dei pensieri
Quando, al contrario, l’attacco riguarda qualcun altro, il comportamento ideale da tenere è quello di mantenere la calma, accompagnare la persona in un luogo tranquillo e rassicurarla, provando a farla respirare lentamente e prestando aiuto qualora faccia particolari richieste per gestire il momento.
Come si può, invece, curare alla radice queste crisi? Se gli attacchi si presentano in forma estemporanea, non è necessario ricorrere all’aiuto di una figura professionale. Quando invece si è di fronte a un vero e proprio disturbo di panico, una valutazione e un trattamento mirati sono essenziali. In questi casi si procede a una diagnosi e all’inizio di un percorso psicoterapeutico, che può associarsi, laddove necessario, a un trattamento farmacologico.